L’amministrazione Trump ha avviato la revoca dell’approvazione federale al congestion pricing di New York, il sistema di pedaggi entrato in vigore il 5 gennaio con l’obiettivo di ridurre il traffico e finanziare il trasporto pubblico. Il provvedimento, il primo del genere negli Stati Uniti, prevede un pedaggio giornaliero di 9 dollari per le auto che entrano nella zona sotto la 60ª Strada di Manhattan, con tariffe variabili per camion e autobus. Secondo i primi dati, il traffico è diminuito e la circolazione pedonale è aumentata, ma il presidente Trump ha definito il piano un «disastro» e ha promesso di fermarlo.
Il segretario ai Trasporti Sean Duffy ha inviato una lettera alla governatrice Kathy Hochul annunciando che il governo federale avrebbe avviato il processo per interrompere il programma. Tra le obiezioni sollevate dal governo ci sono il peso economico sulle fasce di reddito più basse e l’uso dei ricavi per il trasporto pubblico invece che per la manutenzione delle strade. «Contatteremo lo Stato per discutere la cessazione ordinata delle operazioni di pedaggio», ha scritto Duffy, senza specificare una data.
Hochul ha risposto duramente, annunciando che lo Stato intende difendere il programma in tribunale. La Metropolitan Transportation Authority (M.T.A.), l’ente che gestisce il trasporto pubblico, ha immediatamente presentato una causa federale per bloccare l’ordine di Trump. «Siamo una nazione governata dalle leggi, non da un re», ha detto la governatrice. «Ci vediamo in tribunale». Anche il presidente della M.T.A., Janno Lieber, ha confermato che i pedaggi continueranno «nonostante questo tentativo infondato di privare la città dei suoi benefici».
Trump, che possiede un appartamento nella Trump Tower all’interno della zona soggetta a pedaggio, si è sempre opposto alla tariffa, sostenendo che danneggi le imprese e allontani i visitatori da Manhattan. Negli ultimi mesi ha ricevuto pressioni da leader repubblicani dello stato di New York e persino dal governatore democratico del New Jersey, Philip D. Murphy, perché intervenisse sulla questione. Mercoledì Trump ha esultato sui social: «Il congestion pricing è morto. Manhattan e tutta New York sono salve. Lunga vita al re!».
“CONGESTION PRICING IS DEAD. Manhattan, and all of New York, is SAVED. LONG LIVE THE KING!”
–President Donald J. Trump pic.twitter.com/IMr4tq0sMB
— The White House (@WhiteHouse) February 19, 2025
Se l’amministrazione Trump riuscirà a bloccare la tariffa sulla congestione dipenderà ora dai tribunali. Gli esperti legali sostengono che la decisione federale di revocare l’approvazione di un progetto già avviato sia senza precedenti. Michael Gerrard, professore della Columbia Law School, ha definito l’ordine di Duffy «di dubbia legalità» e ha sottolineato che non esiste alcun caso simile nella storia di New York. Nel frattempo, il governo federale potrebbe cercare di esercitare pressioni sullo stato minacciando di bloccare fondi destinati ad altri progetti infrastrutturali.
L’eventuale stop alla tariffazione della congestione lascerebbe un buco di miliardi di dollari nelle casse della M.T.A., che contava sui ricavi per finanziare importanti lavori di manutenzione della metropolitana e delle linee ferroviarie per pendolari. Per ora, il pedaggio resta in vigore e non esiste un piano alternativo nel caso venga annullato. La battaglia legale potrebbe durare mesi, se non anni, mentre per gli automobilisti il costo per attraversare Manhattan rimane invariato.
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