Raccontare l’Italia di oggi, non solo quella degli schemi amati e pur sempre importanti della creatività e dell’eccellenza, senza fronzoli e senza sconti.
Raccontare l’antropologia di un paese moderno a chi sta oltreoceano ed è o si sente ancora italiano, questa era la mission dell’editoriale di fondazione che ho scritto l’estate scorsa per un giornale mondo, Il Newyorkese, che si porta in pancia, oltre alla sincronicità di vari media, interi progetti narrativi come Good Morning Italy e il format sul calcio Soccer Made in Italy.
Oltre ad essere il prototipo, e la bussola, degli altri figli cittadini, a Detroit, a Boston, a Washington, a Miami, a Los Angeles.
Una lunga premessa per dire che oggi vi parliamo di violenza, una doppia violenza, che coinvolge la cronaca nera e la politica.
Ad Afragola, in provincia di Napoli, un giovane di 19 anni, Alessio Tucci, ha ucciso con un colpo di pietra una ragazza di 14 anni, Martina Carbonaro, che non voleva saperne più di stare con lui. Per un abbraccio rifiutato si è beccata un colpo di pietra in testa ed è stata sepolta, forse ancora viva, sotto un cumulo si rifiuti. Lasciata lì come una cosa vecchia, sola in una probabile terribile agonia, colpevole solo di aver detto un NO. E su questo ci torneremo.
Poi, come se l’orrore non fosse già abbastanza, un professore di tedesco in un Liceo campano, 65 anni, ha scritto in un post carico di odio che la figlia del premier Giorgia Meloni (Ginevra, 8 anni) deve fare la stessa fine della ragazza di Afragola.
Forte lo sdegno e la condanna bipartisan, ci mancherebbe, ma al di là del solito squallido dibattito della rete, c’è di più. Che la battaglia politica sia un’altra cosa è retorica. Qui c’è disprezzo e indifferenza per le donne (una ammazzata, l’altra maldetta negli affetti più intimi), la follia sociale di voler replicare una mattanza anziché scendere in campo per fermarla, la fine della cultura, della formazione e della scuola (l’autore insegna in un liceo), l’ingresso in politica di un linguaggio che autorizza la morte, la legittima.
La battaglia delle idee lascia il posto alla battaglia sulle persone, sulla Persona. L’annientamento dell’altro prende il posto della sfida democratica e apre le porte al terrorismo.
Una nuova barbarie è dentro la nostra società, una barbarie che sacrifica la vita umana (ormai vale sempre meno) perché esercita il suo diritto alla libertà, in questo caso amorosa, e si specchia nel rancore ideologico.
Una doppia violenza, una doppia sconfitta democratica, politica e morale. In guardia!
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