Quando il bicchiere di vino non basta più

Hai mai avuto una giornata così lunga da desiderare solo un bicchiere di vino, una sigaretta o un cucchiaio di gelato davanti alla TV? Se sì, non sei solo. Sempre più professionisti, dirigenti e imprenditori fanno i conti con quelle che chiamo dipendenze quotidiane funzionali: piccoli gesti automatici che sembrano innocui, ma diventano meccanismi ricorrenti per regolare lo stress. Il problema? Non risolvono. Calmano nell’immediato, ma alimentano un ciclo La mente cerca sollievo. Il corpo reagisce.

Sono una psicologa clinica e fondatrice del metodo Bloome, e lavoro ogni giorno con persone che hanno fatto della performance la loro religione. E quello che vedo, ovunque da New York a Londra a Milano, è lo stesso schema: si stringono i denti tutto il giorno, poi si cerca una valvola di sfogo la sera. Una sigaretta per staccare, un dolce per premiarsi, uno scroll infinito per “spegnere il cervello”.

Tutti questi comportamenti hanno un comune denominatore: la dopamina, il neurotrasmettitore del piacere e dell’anticipazione. Nel cervello, il nucleus accumbens, parte centrale del sistema della ricompensa, si attiva quando ci aspettiamo una gratificazione. Sotto stress cronico, questo circuito si sbilancia, e iniziamo a cercare stimoli facili e immediati. Ma il sollievo è breve. E la fatica… resta.

La soluzione? Una nuova alleanza mente-corpo

Attraverso il mio metodo, il Post-Workout Therapy (PWT), ho scoperto che il momento più potente per accedere alla mente… è dopo aver attivato il corpo. Allenamento e terapia, uno dopo l’altro, nella stessa sessione. Perché? Perché dopo l’esercizio fisico i livelli di dopamina, attenzione e recettività aumentano. Il sistema limbico è più aperto, la narrazione interiore più flessibile. È come aprire una finestra: l’aria entra, la visione si espande.

Cinque strumenti pratici per riprendere il controllo

Come nei miei eventi, anche qui voglio lasciarti cinque strumenti semplici ma potenti per spezzare il ciclo delle dipendenze quotidiane:

1. Metodo H.A.L.T.
Prima di aprire il frigorifero o accendere una sigaretta, chiediti:
Sono Hungry (affamato)? Angry (arrabbiato)? Lonely (solo)? Tired (stanco)?
Spesso non abbiamo fame. Abbiamo bisogno di connessione, pausa, conforto.

2. Attività post-attivazione
Dopo un allenamento, dedica anche solo 15 minuti a una pratica riflessiva: journaling, meditazione, visualizzazione.
Quel momento di apertura fisiologica è oro per la trasformazione.

3. Interrompi l’automatismo
Cambia il contesto in cui metti in atto la tua “dipendenza”.
Se mangi sempre sul divano davanti a Netflix, prova la stessa azione con attenzione piena, seduto al tavolo.
Scoprirai molto di più sulle tue emozioni.

4. Cambia DJ
Immagina che nella tua mente ci sia un DJ che mette sempre la stessa playlist — quella del giudizio, del “non sono abbastanza”.
Cambia traccia.
Cambia voce.
Inizia a parlarti come parleresti a qualcuno che ami davvero.

5. Riscrivi lo script
Ogni sera, chiediti:
Se stessi guardando un film sulla mia giornata… sarei fiero del protagonista?
Se la risposta è no, non giudicarti. Ma riscrivi.
Perché tu non sei solo l’attore.
Sei anche il regista.
E puoi cambiare la storia.

Le dipendenze quotidiane non si risolvono con la forza di volontà.
Si trasformano quando riconnettiamo il corpo alla mente.
È lì che si pianta il seme del cambiamento.
Ed è lì, in quel piccolo spazio tra uno stimolo e una risposta, che può davvero iniziare una rivoluzione.

E tu, sei pronto a riscrivere il copione?

L’articolo Quando il bicchiere di vino non basta più proviene da IlNewyorkese.

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