Luigi Mangione atteso in tribunale: si discute sul possibile annullamento della giuria

Luigi Mangione, il giovane accusato dell’omicidio del CEO di UnitedHealthcare Brian Thompson, comparirà venerdì davanti a un tribunale penale di New York per un’udienza legata alle accuse di omicidio e terrorismo. L’omicidio, avvenuto in pieno giorno a Manhattan lo scorso dicembre, è stato descritto dagli investigatori come un’esecuzione pianificata nei minimi dettagli. Mangione, 26 anni, ex studente dell’Università della Pennsylvania, avrebbe seguito Thompson per giorni prima di sparargli alle spalle all’uscita di una conferenza per azionisti.

Secondo l’accusa, l’omicidio sarebbe stato motivato dalla volontà di sollevare un dibattito pubblico sul sistema sanitario statunitense. Nel diario sequestrato dalla polizia, Mangione avrebbe scritto di voler colpire un simbolo del settore assicurativo per denunciare le politiche dell’azienda. Sul luogo del delitto sono stati ritrovati bossoli con messaggi scritti a mano, tra cui le parole «difendere», «destituire» e «negare», simili al titolo di un libro critico sulle compagnie assicurative.

Nonostante le prove a suo carico, Mangione ha raccolto un sostegno inaspettato tra attivisti e sostenitori che lo vedono come una figura di protesta contro le grandi corporation. Il fondo per la sua difesa legale ha superato i 500.000 dollari grazie a più di 10.000 donazioni, con gruppi di attivisti che organizzano raccolte fondi e campagne sui social media. Tra questi c’è il December 4 Legal Committee, un gruppo di volontari che si definisce indipendente e che ha contribuito a rafforzare la narrazione del presunto assassino come simbolo della lotta contro il sistema sanitario. Due dei suoi portavoce conducono anche un podcast su politica e cultura, che negli ultimi giorni ha dedicato ampio spazio alla vicenda. Tutto ciò ha sollevato timori su un possibile annullamento della giuria. Il dubbio, infatti, è quello di ritrovarsi con una giuria ideologicamente coinvolta, come suggerisce l’avvocata Edwina Elcox: «La selezione della giuria sarà cruciale nel caso di Mangione. Alcuni lo considerano una sorta di Robin Hood moderno».

La procura, però, ritiene le prove schiaccianti. Mangione sarebbe arrivato a New York una settimana prima del delitto e avrebbe perlustrato i dintorni della sede di UnitedHealthcare. Il suo DNA è stato trovato sulla scena del crimine e, al momento dell’arresto, portava con sé un’arma compatibile con i proiettili esplosi. Un video di sorveglianza lo mostra mentre sorride e abbassa la mascherina anti-Covid mentre conversa con il personale dell’ostello in cui alloggiava.

Il caso ha suscitato un acceso dibattito anche per la figura della vittima. Brian Thompson era noto per essere il capo di una delle più grandi compagnie assicurative del Paese, spesso accusata di negare cure mediche a pazienti bisognosi. Questo ha alimentato la narrazione che descrive Mangione come un attivista piuttosto che come un assassino, un’interpretazione che la difesa potrebbe sfruttare in aula. L’ex ispettore della NYPD Paul Mauro, però, ha ridimensionato l’ipotesi dell’annullamento della giuria: «Questo è il tribunale che ha eletto Alvin Bragg, ma è anche quello in cui dodici cittadini comuni hanno assolto Daniel Penny».

Mangione deve affrontare tre procedimenti distinti: a New York, in Pennsylvania e davanti a una corte federale, dove potrebbe rischiare la pena di morte. Il Dipartimento di Giustizia ha già avvertito che, se il processo statale non dovesse concludersi con una condanna, potrebbero subentrare accuse federali più gravi. «Chi pensa che l’annullamento della giuria sia una buona idea dovrebbe ricordare che il caso federale è ancora sul tavolo», ha aggiunto Mauro.

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