La mini-crisi tra USA e Colombia

La crisi diplomatica tra Stati Uniti e Colombia sembra rientrata, almeno per il momento. Nelle scorse ore, il governo colombiano ha accettato di accoglierei voli militari americani con a bordo migranti colombiani espulsi dagli USA, sbloccando uno stallo durato solo qualche ora ma che che aveva portato ad un aspro scambio di accuse tra i due Paesi.

L’inizio della vicenda risale a domenica, quando il presidente colombiano Gustavo Petro si è rifiutato di far atterrare due voli militari statunitensi con a bordo migranti colombiani deportati dagli Stati Uniti. Petro aveva denunciato il trattamento riservato ai suoi concittadini, definendolo «disumano», e chiesto che fossero adottate modalità più rispettose per i rimpatri. La risposta di Donald Trump, che ha recentemente firmato un ordine esecutivo per intensificare le deportazioni utilizzando mezzi militari, non si è fatta attendere: Il Presidente americano ha minacciato pesanti dazi e sanzioni contro la Colombia, uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti in America Latina, annunciando un’imposizione di dazi del 25% su tutte le merci esportate nel Paese latino.

Dopo giorni di incertezza, la Casa Bianca ha confermato che Petro ha accettato le condizioni imposte da Washington. «Poiché il presidente Petro ha acconsentito a tutti i nostri termini, i dazi e le sanzioni resteranno in sospeso», si legge in una nota ufficiale. Tuttavia, alcune restrizioni, come le sanzioni sui visti, rimarranno attive fino al completamento del primo volo di deportazione.

Trump e Petro sono due leader con visioni molto diverse. Petro è il primo presidente di sinistra della Colombia e ha da subito criticato l’operato di Trump in tema di immigrazione, dicendosi contrario all’uso dei voli militari e sottolineando la necessità di trattare i migranti con dignità. Trump, dal canto suo, ha accusato Petro di essere un «socialista impopolare» e ha giustificato le deportazioni come un mezzo per «proteggere gli Stati Uniti da criminali illegali».

La Colombia è un partner fondamentale per gli Stati Uniti, non solo per la cooperazione commerciale – i due Paesi hanno registrato scambi per oltre 53 miliardi di dollari nel 2022 – ma anche per la lotta al narcotraffico. Inoltre, la Colombia è sempre stata tendenzialmente collaborazionista nei confronti degli USA sulle politiche immigratorie, accettando negli ultimi quattro anni ben 475 voli di immigrati espulsi dagli Sati Uniti.

L’episodio segue un precedente simile con il Brasile, i cui cittadini deportati dagli Stati Uniti hanno denunciato «trattamenti degradanti». Petro aveva citato proprio quel caso per giustificare il rifiuto iniziale dei voli militari, proponendo invece l’uso di mezzi civili per le deportazioni. Nonostante il dietrofront, il governo colombiano ha promesso di garantire «condizioni dignitose» per i migranti rimpatriati e rappresentanti del governo colombiano dovrebbero incontrare esponenti dell’amministrazione americana per chiarire le posizioni dei due Paesi.

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