Il Dipartimento di Giustizia ha chiesto l’archiviazione del caso di Eric Adams

Nella giornata di lunedì, il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha ordinato ai procuratori federali di archiviare le accuse di corruzione mosse contro il sindaco di New York City, Eric Adams.

Secondo un memorandum di due pagine ottenuto dall’Associated Press, Emil Bove, vice procuratore generale ad interim, ha diretto i procuratori di New York a sospendere immediatamente il procedimento contro Adams, accusato di aver accettato tangenti e contributi illegali alla campagna elettorale. Bove ha motivato la decisione non sulla base della solidità delle prove, ma per il timing poco opportuno delle accuse, coinciso con la campagna per la rielezione di Adams e ritenuto di distrazione dalle priorità di legge e ordine dell’amministrazione Trump.

Il memorandum ha altresì imposto ai procuratori di evitare “ulteriori passi investigativi” contro il sindaco, almeno fino alle elezioni comunali di novembre, pur lasciando aperta la possibilità di una rinnovata azione legale successivamente, previa nuova valutazione. «La procedura giudiziaria in corso ha indebitamente limitato la capacità del sindaco Adams di dedicare piena attenzione e risorse all’immigrazione illegale e al crimine violento», ha scritto Bove.

Questa direttiva è una deviazione straordinaria dalle norme del Dipartimento di Giustizia, che tradizionalmente ha perseguito funzionari al più alto livello senza esenzioni dovute agli impegni governativi. Anche il Presidente Donald Trump è stato investigato durante il suo mandato senza che ciò interferisse con i suoi doveri ufficiali.

Alex Spiro, avvocato di Adams, ha interpretato l’ordine come una conferma dell’innocenza del suo assistito. «Ora, per fortuna, il sindaco e New York possono mettere alle spalle questa persecuzione sfortunata e mal concepita», ha commentato Spiro.

Il caso contro Adams, emergente nel settembre scorso, si è concentrato su presunti viaggi gratuiti o scontati e contributi illegali da parte di cittadini stranieri. La vicenda ha spinto Adams, eletto con il Partito Democratico ma su una piattaforma centrista, a spostarsi notevolmente verso destra, causando malcontento all’interno del suo stesso partito.

Ovviamente l’archiviazione era nell’aria già da tempo. A Dicembre, dopo qualche scambio di battute con Adams tramite i media, Trump aveva già annunciato di star valutando la concessione della grazia al sindaco di New York in vista del suo imminente insediamento alla Casa Bianca, sostenendo che il Dipartimento di Giustizia fosse troppo «politicizzato». Ad inizio Gennaio, poi, Eric Adams è stato una delle prime figure politiche a recarsi in Florida, nella residenza di Mar-a-lago del Presidente, anche se il sindaco ha spergiurato di non aver parlato del suo caso ma solo di questioni riguardanti la città che amministra.

L’archiviazione solleva ovviamente interrogativi sulla possibilità che Adams abbia negoziato un accordo con l’amministrazione Trump, la qual cosa violerebbe la legge. Zohran Mamdani, membro dell’assemblea statale e candidato sindaco, ha chiesto un’indagine formale: «Dobbiamo capire se Adams ha ritagliato un accordo con l’amministrazione Trump che coinvolge la violazione della legge cittadina», ha affermato.

Ovviamente, anche se così fosse, bisognerà aspettare le elezioni di novembre per capire se l’attività investigativa dovesse ricominciare.

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