Il CGIE a Marcinelle per onorare il sacrificio del lavoro italiano all’estero

In occasione della Giornata nazionale del sacrificio del lavoro italiano nel mondo, il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero partecipa alla commemorazione della tragedia di Marcinelle, avvenuta l’8 agosto 1956 nella miniera di carbone del Bois du Cazier in Belgio, nella quale persero la vita 262 minatori europei, di cui 136 immigrati italiani.

Sul luogo della tragedia, divenuto museo minerario e patrimonio UNESCO, si recherà in rappresentanza del CGIE la Segretaria generale Maria Chiara Prodi con una delegazione – composta dai consiglieri Matteo Bracciali, Filippo Ciavaglia, Gian Luigi Ferretti, on. Toni Ricciardi e Luciano Vecchi – per recare il tributo delle comunità italiane nel mondo a tutte le lavoratrici e i lavoratori emigrati che, con fatica e spesso a costo della vita, hanno contribuito allo sviluppo economico e sociale dei Paesi che li hanno accolti.

Tra il 1946 e il 1956 più di 140 mila italiani varcarono le Alpi per andare a lavorare nelle miniere di carbone della Vallonia: era il prezzo dell’accordo di scambio tra manodopera e carbone stretto dall’Italia con il Belgio. “A Marcinelle ricordiamo non solo una tragedia, ma una pagina fondamentale della storia del lavoro e dell’emigrazione italiana – dichiara Maria Chiara Prodi –, un impegno di memoria che grazie all’istituzione della Giornata nazionale del sacrificio italiano nel mondo si estende doverosamente anche ad altri luoghi e nomi meno noti, come il disastro di Mattmark in Svizzera del 1965, o quello di Monongah negli Stati Uniti del 1907, dove a perdere la vita furono centinaia di minatori, molti dei quali italiani. Questi eventi richiamano alla responsabilità di sentire come storia che ci appartiene quella, spesso dimenticata, dell’emigrazione italiana. Marcinelle, simbolo del sacrificio del lavoro italiano nel mondo – continua Prodi – ci restituisce anche l’immagine fondatrice di un’Europa dei lavoratori: non siamo qui solo per piangere i nostri connazionali, ma per rivendicare la dignità e la visione di futuro che tutte queste vite, di origini e credi diversi, hanno proiettato nel loro lavoro, nel cuore del nostro continente. Questo punto di congiunzione tra tragedia italiana e costruzione europea è valorizzato in maniera feconda dallo sforzo che si sta compiendo presso il Parlamento UE per il riconoscimento dell’8 agosto nel più ampio scenario delle istituzioni europee grazie al fondamentale impulso del presidente del CNEL Renato Brunetta, con il quale il CGIE sta avviando un’importante collaborazione”.

Il CGIE sottolinea l’importanza di mantenere viva la memoria del contributo delle generazioni di emigrati italiani non solo nelle commemorazioni, ma anche attraverso un impegno concreto per la promozione della storia dell’emigrazione nei percorsi scolastici e nei media; obiettivo sul quale ha riscontrato apertura anche da parte di altre istituzioni come il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, e su cui concentrerà le attività dei prossimi mesi accanto al tema della diffusione della lingua e della cultura e a quello della riforma del CGIE.

L’8 agosto non è solo una giornata di lutto e ricordo, ma anche un’occasione per riflettere sul significato del lavoro, sui diritti dei lavoratori migranti di ieri e di oggi, e sull’identità dell’Italia nel mondo. Allo scopo, il CGIE ha sottolineato la necessità di una concreta valorizzazione di tutti i luoghi teatro delle catastrofi.

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