Un nuovo incidente ha riacceso le preoccupazioni sui tour in elicottero sopra New York. Giovedì, un velivolo è precipitato mentre sorvolava la città, segnando il terzo episodio mortale legato al settore negli ultimi vent’anni. L’episodio richiama alla memoria due tragedie precedenti: nel 2009, un elicottero per turisti italiani si scontrò con un aereo privato sopra l’Hudson, provocando nove vittime; nel 2018, cinque passeggeri morirono annegati nell’East River dopo che l’elicottero su cui viaggiavano si era ribaltato.
Ogni anno, decine di migliaia di voli partono dagli eliporti di New York e del New Jersey, promettendo panorami mozzafiato della città in viaggi di appena 15 minuti. Central Park, la Statua della Libertà, il ponte di Brooklyn e il One World Trade Center sono tra le attrazioni più gettonate, visibili dall’alto a un costo che si aggira tra i 200 e i 300 dollari. Il solo eliporto di Downtown Manhattan, al Pier 6, gestisce circa 30.000 voli turistici all’anno, secondo la New York City Economic Development Corporation, che stima un impatto economico di 50 milioni di dollari annui per la città.
Tuttavia, l’attività del settore è stata già dimezzata nel 2016, in seguito a crescenti proteste da parte dei residenti, preoccupati per il rumore e l’inquinamento atmosferico. Secondo Stop the Chop, un’organizzazione che si batte per limitare il traffico aereo turistico sopra la città, la maggior parte dei voli in elicottero nell’area metropolitana è composta da tratte turistiche, charter privati e spostamenti pendolari: «New York non può più permettersi questo livello di inquinamento acustico ed emissioni in una crisi climatica già conclamata».
I tour in elicottero, nonostante le restrizioni imposte, restano un’attività molto richiesta. Oltre all’eliporto di Manhattan, altri giri panoramici partono dagli scali di Kearny e Linden, nel New Jersey, e sorvolano la città lungo il fiume Hudson, con un ritorno panoramico su Lower Manhattan.
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