Fancy Food Show 2025: l’educazione alimentare per stimolare la curiosità, con Nicola Fedeli

Siamo alla Winter Edition del Fancy Food Show 2025, evento di assoluta rilevanza nel panorama gastronomico mondiale, dove l’Italia è Country Partner dell’evento con un suo padiglione all’interno del quale si trovano cento aziende italiane dedicate alla promozione del Made in Italy. IlNewyorkese ha avuto l’opportunità di intervistare Nicola Fedeli, Executive Chef del ristorante Fasano e uno dei volti più noti della ristorazione italiana a New York. Durante l’intervista, Fedeli ha condiviso la sua esperienza come ambasciatore della cucina italiana negli Stati Uniti, sottolineando l’importanza di eventi come il Fancy Food Show per educare il pubblico americano sulla vera tradizione gastronomica italiana.

Che cosa significa per te essere ambasciatore del cibo italiano negli Stati Uniti?

Essere ambasciatore del cibo italiano è un grande onore. Rappresentare il nostro paese con tutti i sacrifici che ci sono dietro è l’apoteosi e il raggiungimento della nostra missione. I ristoranti italiani sono come vere ambasciate, non solo per gli italiani ma anche per gli americani che vengono a scoprire la nostra cucina.

Come hai trovato la transizione dall’idea di una cucina italiana tradizionale alla vera cucina italiana?

A volte mi chiedono della chicken parmesan, e io rispondo che non la faccio perché non esiste. Penso che ci sia ancora molto lavoro da fare, ma sono già stati fatti progressi. Eventi come questo servono a far capire agli americani la filosofia e la cucina originale italiana.

Qual è la curiosità degli americani riguardo alla cucina italiana?

È fantastica la loro curiosità. Ad esempio, oggi che prepariamo il pacchero al pomodoro, mi chiedono spesso quanti minuti cuoce il pacchero, perché per loro è una pasta difficile da fare a casa.

Cosa pensi riguardo alla candidatura dell’Italia e della cucina italiana come patrimonio dell’UNESCO?

Penso che sia una cosa super positiva. L’Italia, nel corso degli anni, sta diventando sempre più forte e coesa, e questa candidatura ci aiuta a rimanere uniti come chef e cuochi all’estero.

Gli americani comprendono le distinzioni regionali della cucina italiana?

È difficile dirlo. Credo che dovremmo essere un po’ più compatti nel comunicare la cucina italiana. Quando parliamo di cucina italiana all’estero, dovremmo farlo in modo unito, senza dividere tra cucina del nord e del sud.

Cosa preparerai oggi per noi?

Oggi facciamo un pacchero ai tre pomodori. È semplice, ma non così tanto semplice; il segreto è la pazienza.

Posso venire a trovarti per assaggiarlo?

Certo! Dopo ci vediamo per un assaggio. Un saluto a tutti!

Un sentito ringraziamento all’Italian Trade Agency, alla Specialty Food Association e a Universal Marketing per averci ospitato in questo prestigioso evento.

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