È morto Renato Casaro, il più noto illustratore di locandine cinematografiche italiane

Renato Casaro, illustratore tra i più riconosciuti a livello internazionale per i manifesti cinematografici, è morto a Treviso nella notte di ieri ottobre a seguito di complicazioni dovute a una broncopolmonite. Avrebbe compiuto novant’anni a fine ottobre. La sua carriera, iniziata negli anni Cinquanta, lo ha reso uno dei principali cartellonisti del cinema europeo e americano, con collaborazioni che hanno attraversato decenni di produzioni.

Originario di Treviso, Casaro si avvicinò al mestiere a 17 anni, quando disegnava locandine per il cinema Garibaldi della città in cambio di biglietti. Poco dopo si trasferì a Roma, entrando come apprendista nello Studio Favalli, punto di riferimento per la grafica cinematografica del dopoguerra. A soli 20 anni aprì un proprio laboratorio a Cinecittà, diventando il più giovane illustratore professionista del settore. Il primo lavoro su commissione riguardò un film tedesco tratto da “Romeo e Giulietta”.

Il riconoscimento internazionale arrivò nel 1965 con i manifesti per “La Bibbia” di John Huston, produzione Dino De Laurentiis distribuita in tutto il mondo. Da quel momento i suoi lavori cominciarono a comparire anche a Los Angeles e New York, consolidando rapporti con le principali major di Hollywood. Tra i registi che scelsero i suoi manifesti figurano Francis Ford Coppola, Franco Zeffirelli, Claude Lelouch, Sergio Leone e più recentemente Quentin Tarantino, che nel 2019 lo coinvolse per la realizzazione di poster ispirati al cinema degli anni Sessanta in occasione dell’uscita di “C’era una volta a… Hollywood”.

Locandina di “Per qualche dollaro in più” a cura di Renato Casaro

Con Sergio Leone, in particolare, Casaro instaurò una collaborazione continuativa, firmando quasi tutte le locandine dei suoi film. Anche negli ultimi anni aveva mantenuto un’attività regolare: nel 2024 aveva disegnato la grafica per una nuova attrazione del parco tematico Movieland di Lazise, e nel 2025 per il Caneva Aquapark. La sua produzione complessiva conta migliaia di opere, considerate ancora oggi un riferimento per la comunicazione visiva legata al cinema.

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