La Sbarro Health Research Organization è un centro di ricerca biomedica con sede a Philadelphia, fondato nel 1993 dal professor Antonio Giordano, oncologo e genetista, oggi direttore del centro. Si occupa principalmente di oncologia molecolare, genetica e biotecnologie, e collabora con università, ospedali e istituzioni internazionali. In trent’anni di attività, è diventata un punto di riferimento per lo studio dei meccanismi molecolari del cancro, ma anche un ponte tra Stati Uniti e Italia, dove oggi sono attivi progetti di ricerca paralleli.
Una mission, quella della SHRO, che è portata avanti quotidianamente da professionisti del settore medico e manageriale, particolarmente su quest’ultimo punto si concentra l’impegno del Vicepresidente Giancarlo Arra. Cercare e finalizzare partnership strategiche lungo l’asse Europa – USA è uno dei compiti del Vicepresidente Arra, ben consapevole che solo attraverso gli asset giusti si può garantire una ricerca scientifica di qualità.
Classe ’88, Giancarlo Arra ha iniziato fin da subito a navigare nel mondo del business internazionale, attraverso l’attrattività di un centro di ricerca sempre più in vista sul panorama mondiale. Un lavoro duro che ha contribuito in modo determinante alla crescita economica della SHRO, che nel frattempo ha continuato a macinare anche rilevanti risultati scientifici. Per conoscere più approfonditamente la prospettiva manageriale della SHRO, abbiamo condotto una lunga intervista al Vicepresidente Giancarlo Arra.
Dott. Arra, quali sono le priorità nel suo lavoro alla SHRO?
«Inizio col premettere che la main mission della SHRO è la diffusione della conoscenza scientifica come pilastro per il miglioramento della nostra vita sulla Terra. Credo sia essenziale non perdere mai di vista la vera essenza della SHRO, anche perché ciò ci dà più grinta e dinamicità nel trovare le partnership strategiche per centrare l’obiettivo. La scienza è un ingranaggio di un motore molto più grande, tra tali ingranaggi c’è sicuramente una gestione manageriale efficiente ed efficace. Il mio ruolo è proprio quello di finalizzare gli asset migliori per i nostri ricercatori».
Qual è il nesso tra la ricerca di finanziamenti e il sostegno ai giovani ricercatori?
«Grazie alle raccolte fondi, come quella promossa durante la serata di Gala di Vico Equense, riusciamo a finanziare le borse di studio per giovani promesse della ricerca scientifica. L’ultima raccolta fondi da 200mila dollari ci ha permesso di finanziare dieci borse di studio: è un traguardo davvero importante. Non sono solo numeri, parliamo di dare avvio a ricerche elaborate da giovani eccellenze della medicina e della biologia che potrebbero cambiare la medicina del futuro».
Come incide la componente finanziaria sul lavoro della SHRO?
«Siamo proprietari di tecnologie all’avanguardia che mettiamo a disposizione dei nostri ricercatori. Dal lavoro svolto abbiamo le basi per quelli che sono diventati due nuovi farmaci per il contrasto al tumore della mammella. Svolgiamo un lavoro preclinico importante, quindi non ci “limitiamo” solo alla ricerca per lo sviluppo di nuove soluzioni contro il cancro. Pensiamo che grazie al lavoro finanziario svolto negli ultimi anni, siamo riusciti a finanziare più di cinquanta milioni di dollari in progetti di ricerca scientifica».
Cosa succede dopo che un ricercatore arriva alla Sbarro? Qual è il percorso?
«Trovano un ambiente competitivo, ma sano. Laboratori all’avanguardia, macchinari che altrove non ci sono. Ma soprattutto, si confrontano sul ring internazionale, acquisiscono un bagaglio culturale che possono riportare in Italia. Le nostre porte sono aperte particolarmente ai giovani del Sud, spesso penalizzati a causa di una divisione ancora imponente. Mi piace pensare che la SHRO sia una fucina per i sogni dei giovani scienziati italiani che guardano con sfiducia al proprio futuro. Noi ci siamo per dar loro speranza e opportunità».
Sappiamo che le patologie tumorali sono un argomento cruciale in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno. Che sinergia c’è con le principali istituzioni italiane?
«Abbiamo collaborazioni con il Ministero della Salute e con quello dell’Università e Ricerca. Non posso entrare nei dettagli, ma posso dire che siamo stati tra i primi a denunciare, con ricerche indipendenti, la situazione della Terra dei Fuochi. Un lavoro che ci ha esposti, ma che ha rafforzato la nostra credibilità scientifica. Il cancro è una malattia intelligente, difficile da debellare del tutto negli stadi avanzati. Ma la direzione è quella giusta: le terapie saranno sempre più personalizzate, sempre più mirate. L’obiettivo non è più solo la cura definitiva, ma il controllo della malattia. Come avviene con il diabete: è questa la nostra speranza».
Ora però il suo sguardo si rivolge di nuovo all’Italia, particolarmente a Torino. Quali sono le novità?
«Abbiamo avuto lì l’occasione di costruire un centro all’avanguardia, con ampi spazi e condizioni logistiche più favorevoli. Parliamo di 12.000 metri quadri di laboratori nella bellissima città di Torino. E non ci occupiamo solo di oncologia: stiamo portando avanti un progetto che si chiama Sport Genomic, per studiare la genetica degli atleti. Sbarro Italia è una realtà dinamica con una forte vocazione sociale. L’idea era portare un po’ di America in Italia e lo abbiamo fatto insieme ad Antonio Graziano e Riccardo D’Aquino, che da studenti avevano fatto esperienza nei nostri laboratori. Oggi sono imprenditori di successo nel settore biotecnologico. Quando ci siamo ritrovati, ci siamo detti: dobbiamo fare per i giovani quello che la Sbarro ha fatto per noi».
Prossimo appuntamento per conoscere SHRO Italia?
«La data del 25 giugno sarà davvero speciale. Sulla scorta del successo della passata edizione, abbiamo scelto nuovamente Vico Equense per il Gran Gala SHRO. Sarà presente anche il ministro Urso, insieme al Ministro Schillaci, che ormai ci segue da tempo ed è diventato un nostro sostenitore. L’occasione è propizia per incontrare professionisti, imprenditori e ricercatori impegnati tutti in un unico obiettivo: il progresso della scienza».
L’articolo Da Napoli a Philadelphia: il successo della Sbarro Health Research Organization proviene da IlNewyorkese.