Il mercato del lavoro degli Stati Uniti continua a mostrare segnali contrastanti, con un rallentamento nella creazione di nuovi posti di lavoro, ma un tasso di disoccupazione ancora in calo. A gennaio, i datori di lavoro hanno aggiunto 143.000 posti di lavoro, un dato leggermente inferiore alle previsioni degli analisti, secondo quanto riportato dal Dipartimento del Lavoro. Il tasso di disoccupazione è sceso al 4%, evidenziando una tenuta complessiva del mercato, nonostante le turbolenze economiche e politiche in atto.
Secondo Gregory Daco, capo economista per gli Stati Uniti presso EY-Parthenon, la situazione riflette «fondamentali solidi e un livello di assunzioni relativamente moderato, ma molto oculato». Il mercato del lavoro appare infatti stabile, con poche oscillazioni significative: le aziende sembrano preferire una gestione prudente della forza lavoro, riducendo la rotazione del personale e mantenendo una politica di assunzioni mirata.
A sostenere questa dinamica sono anche altri indicatori chiave: il tasso di offerte di lavoro è sceso sotto i livelli pre-pandemia e il numero di dimissioni volontarie è diminuito. Se da un lato i licenziamenti rimangono contenuti, dall’altro chi è disoccupato trova crescente difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro. Tuttavia, per chi mantiene il proprio impiego, la situazione è meno critica: i salari orari medi sono aumentati del 4,1% su base annua, superando le aspettative degli economisti e mantenendosi ben al di sopra del tasso di inflazione.
L’impatto delle politiche economiche della nuova amministrazione Trump sta già lasciando il segno. Le prime misure in materia di dazi e la retorica protezionistica potrebbero alimentare ulteriori pressioni inflazionistiche, riducendo la probabilità che la Federal Reserve decida di tagliare nuovamente i tassi d’interesse nei prossimi mesi. «Non ci aspettiamo più che la Fed riduca i tassi quest’anno», ha affermato Bradley Saunders, economista di Capital Economics, che inizialmente prevedeva due tagli nel 2025.
Un ulteriore elemento di incertezza riguarda la gestione dei flussi migratori. L’amministrazione Trump ha avviato una politica volta a limitare drasticamente l’immigrazione, influenzando così l’offerta di lavoro. Secondo Stephanie Roth di Wolfe Research, questa stretta potrebbe contribuire a mantenere basso il tasso di disoccupazione: «L’economia dovrebbe reggere bene, la domanda di lavoro sarà decente, e la riduzione dell’immigrazione ridurrà ulteriormente l’offerta di forza lavoro».
Dal punto di vista settoriale, la crescita è trainata da sanità, assistenza sociale, commercio al dettaglio e settore pubblico, mentre la manifattura continua a perdere terreno, con circa 140.000 posti di lavoro in meno rispetto ai picchi del 2023. Anche il settore delle costruzioni mostra segnali di stagnazione, dopo una fase di crescita sostenuta.
Nonostante queste sfide, il mercato del lavoro statunitense mantiene una certa resilienza. Le aziende continuano ad assumere, anche se con maggiore cautela, consapevoli delle incertezze economiche e politiche all’orizzonte. Una prudenza che, per ora, consente di mantenere un equilibrio fragile tra crescita e stabilità.
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